Un trasloco dettato dal buon senso

Diventato tetraplegico, Philipp Kutter di Wädenswil non ha fatto ritorno a casa dopo la riabilitazione a Nottwil: seppur a malincuore, la famiglia ha deciso di rinunciare a una ristrutturazione ed ora vive in un appartamento in affitto. Ciò ha scatenato un turbine di emozioni.

Vita in famiglia: Philipp Kutter aiuta nelle faccende domestiche

Entrambi sono originari di Wädenswil, entrambi sono tetraplegici dopo gli incidenti sugli sci di cui sono rimasti vittima nel giro di dieci giorni l’uno dall’altro nel febbraio del 2023. Ed entrambi si sono subito posti la domanda: come sarà la nostra futura situazione abitativa? Quella iniziale era simile per entrambi, ma poi sono emerse due soluzioni completamente diverse.

Roland Fässler è potuto tornare nella sua casa a più piani dopo un’ampia ristrutturazione (cfr. edizione di dicembre), mentre Philipp Kutter oggi vive con la famiglia nello stesso comune ma in un appartamento in affitto. Al termine della riabilitazione nel Centro svizzero per paraplegici non è più tornato tra le sue adorate quattro mura. . 

Il piano originario: rimanere a casa
All’inizio, comunque, il cambio di abitazione non era previsto. Al contrario: i Kutter amavano la loro metà della casa bifamiliare in cui abitavano, si trovavano bene nel quartiere di famiglia e dopo l’incidente non immaginavano di doversene andare.

È davvero doloroso non poter più vivere nel posto che si è tanto amato. Ma ce la caviamo ed ora siamo soddisfatti.
Philipp Kutter
sindaco di Wädenswil e consigliere nazionale centrista

Felix Schärer, direttore del Centro per costruire senza barriere dell’ASP, assume la conduzione del progetto. Il 3 maggio 2023 viene effettuata l’ispezione dell’abitazione in presenza di Philipp Kutter, tornato nella sua casa di Wädenswil tre mesi esatti dopo l’incidente.

Felix Schärer si fa un quadro dettagliato della situazione e indica le difficoltà da superare durante i lavori di conversione. In totale ci sono quattro piani di piccole dimensioni, gli spazi sono stretti, e alla fine emergono vari punti interrogativi. Ma in quel giorno carico di emozioni, l’idea di procedere a una ristrutturazione non viene abbandonata. Anja Kutter, la moglie di Philipp, afferma: «Per noi era chiaro che saremmo rimasti nella nostra casa».

«Come sarà la nuova vita?»
Un giorno però la donna riceve la telefonata di una conoscente, che abita in un appartamento di 4,5 locali nelle vicinanze e vorrebbe traslocare in uno più piccolo. La signora aveva pensato che quell’oggetto molto spazioso potesse essere adatto alla famiglia Kutter: uno spazio abitabile accessibile in sedia a rotelle, tutto su un unico livello. Anja Kutter ringrazia, ma mentalmente declina l’offerta. Tuttavia quella telefonata le frulla per la mente. «Potremmo comunque andare a darci un’occhiata», dice al marito. Poi ci va assieme ad un’amica: l’appartamento piace molto ad entrambe. Le porte sono abbastanza larghe per una carrozzella elettrica e suo marito riuscirebbe perfino ad andare da solo nella stanza dei bambini. Pur con tutto l’amore e l’attaccamento alla loro casa, il buon senso dice che questa è la soluzione migliore per iniziare una nuova vita. Esitavano. Ponderavano. E alla fine hanno deciso – pur a malincuore – di traslocare.

IIn quella fase eravamo confrontati a un’infinità di sfide. E per molte domande non avevamo una risposta: come sarà la nostra nuova vita? Come l’affronteremo? Di cosa abbiamo davvero bisogno? Forse possiamo scoprirlo più facilmente in un appartamento in affitto, dove non c’è bisogno di tutti quei lavori di adattamento come a casa nostra.
Anja Kutter
Sala da bagno: adattata alle esigenze

Trasferimento carico di emozioni
Anja Kutter è seduta al tavolo della cucina e spiega cosa tutto questo abbia significato per lei e le figlie, e naturalmente anche per suo marito. «Il trasloco è stata una decisione razionale», sottolinea, «anche se un’ampia e costosa ristrutturazione con un ascensore verticale sarebbe stata possibile. Ma per Philipp la situazione non sarebbe stata soddisfacente. Lo spazio di movimento sarebbe rimasto piccolo». Inoltre, aggiunge, lei stessa non avrebbe avuto l’energia per gestire tutto contemporaneamente, vale a dire: dare forza a suo marito, sostenere i figli nel dolore e gestire il proprio, mandare avanti la sua attività, condurre la campagna elettorale del marito e parallelamente occuparsi della grande ristrutturazione.

Il giorno che avevano lasciato la loro casa, Anja Kutter, aveva sentito «mancarle la terra sotto i piedi». Così descrive le sue sensazioni cariche di emozioni. Perlomeno Anja e Philipp Kutter avevano risparmiato alle ragazze il dover cambiare scuola.

Controllo dell’ambiente tramite telefonino
A metà agosto 2023, Anja Kutter e le due figlie si trasferiscono nella nuova abitazione. A fine ottobre, il quartetto è di nuovo al completo, con Philipp che ha concluso la riabilitazione a Nottwil. Trova una casa con diversi adeguamenti: il bagno è stato adattato, il portone d’ingresso, così come la porta dell’appartamento, sono stati automatizzati. E gli ambienti possono essere controllati tramite telefonino: dalla porta del terrazzo agli interruttori della luce fino al televisore. E in cantina Anja ha affittato anche un locale hobby e lo ha trasformato in una sala di terapia, dove due volte alla settimana Philipp Kutter si sottopone a sedute di fisio ed ergoterapia. Qui, una volta alla settimana, è ospite anche Roland Fässler.

Philipp Kutter emana combattività: «Traiamo il meglio dalla situazione». Ormai si è abituato al fatto che molte cose richiedono più tempo e una pianificazione accurata. Azioni spontanee di vita quotidiana non sono più possibili, oppure lo sono soltanto con un grande sforzo.

Non considera i suoi mandati politici come un peso, ma piuttosto come un arricchimento: «Mi danno energia. Mi è addirittura capitato di accorgermi di trovarmi su una sedia a rotelle solo quando la riunione era finita».

Pur con tutti i vantaggi, l’appartamento rappresenta una soluzione definitiva? «Per il momento non cambieremo nulla», precisa Anja Kutter, «sebbene mi sarebbe piaciuto abitare più vicino al centro di Wädenswil». Philipp Kutter annuisce, ma nel contempo segnala che l’inizio verso il futuro è riuscito: «Mi sento bene».

(Peter Birrer, Paracontact 1/2025)